New Commerce Experience di Microsoft: tutto quello che devi sapere

New Commerce Experience di Microsoft:

tutto quello che devi sapere!

Grandi novità nella famiglia Microsoft! Dal 1 marzo 2022 entrano i vigore le nuove regole della New Commerce Experience. 

Non hai mai sentito parlare? Non preoccuparti, oggi ti aiuteremo a capire tutti cambiamenti sui piani Microsoft 365!

Indice

Cos’è la new commerce experience di Microsoft?

Con la new commerce experience (NCE), si va a standardizzare il processo di acquisto delle sottoscrizioni Microsoft. In questo modo, sarà più semplice per il cliente e per i propri partner acquistare o rinnovare le sottoscrizioni. Dato il forte impatto che avrà sulle aziende, queste novità stanno creando un po’ di perplessità e molte domande.

Innanzitutto, la new commerce experience di Microsoft è ufficialmente attiva dal primo marzo 2022 e va a impattare su tutte le nuove sottoscrizioni.

Le nuove regole della new commerce experience

Come avrai ben capito, la NCE porta con sé numerosi cambiamenti. La principale novità risiede nelle nuove regole per l’acquisto e la gestione delle sottoscrizioni.

A differenza della modalità classica d’acquisto, con la new commerce experience il cliente potrà scegliere di acquistare una sottoscrizione con due differenti modalità: rinnovo mensile o annuale. In passato, invece, le sottoscrizioni avevano sempre un rinnovo annuale.

L’abbonamento annuale permette al cliente finale di avere un vantaggio economico. In particolare, Microsoft non farà pagare il prezzo mensile per dodici mesi, bensì per dieci. 

Se si sceglie la sottoscrizione annuale, però, si sarà vincolati per un intero anno. A differenza della precedente modalità di acquisto, infatti, con la new commerce experience non sarà più possibile modificare una sottoscrizione annuale fino alla sua data di scadenza.

Prima di scegliere se preferire una sottoscrizione mensile o annuale facciamo ancora un po’ di chiarezza.

Riassumiamo le nuove regole in cinque punti:

  • Dal primo marzo la new commerce experience è attiva e quindi tutte le nuove sottoscrizioni saranno acquistate secondo queste modalità
  • Tutte le sottoscrizioni che si rinnovano dal primo marzo al 30 giugno, possono essere rinnovate mediante la modalità classica oppure con la new commerce experience
  • Tutte le sottoscrizioni che si rinnovano dopo il primo luglio saranno rinnovate automaticamente con la new commerce experience
  • Non è possibile effettuare down-grade su una sottoscrizione annuale attiva, mentre è sempre possibile fare un up-grade.
  • È possibile modificare una sottoscrizione annuale o mensile solo entro 72 ore dalla sua attivazione o dal suo rinnovo.

Posso fermare o modificare una sottoscrizione annuale?

Un’importante novità della New Commerce Experience di Microsoft è una minore flessibilità nella gestione delle sottoscrizioni. Infatti, non sarà più possibile fermare o disdire una licenza annuale, oppure fare un down-grade, se non in corso di rinnovo.

Per chiarire questo punto, ecco un esempio pratico

Nel corso dell’anno se ho attivato una sottoscrizione annuale, non posso cambiarla da Microsoft 365 Business Standard a Microsoft 365 Business Basic, oppure modificare il numero di licenze.

Se si ha la necessità di effettuare delle modifiche nel corso dell’anno è consigliato optare per una sottoscrizione mensile. In questo caso, ogni mese si potrà decidere se confermare la sottoscrizione, fermarla oppure fare un down-grade. Ricorda, però, anche in questo caso durante il mese di attivazione sarà possibile solo effettuare un up-grade.

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Non posso proprio modificare una sottoscrizione annuale?

La new commerce experience offre sempre la libertà al cliente finale.

 Infatti, al momento del rinnovo egli potrà modificare a suo piacimento le sottoscrizioni.

Ad esempio, una sottoscrizione annuale Microsoft 365 Business Standard potrà diventare una Microsoft 365 Business Basic (down-grade), oppure potrà diminuire il numero delle licenze della sottoscrizione.

Anche nelle 72 ore successive alla data di rinnovo o di acquisto il cliente può decide di effettuare ulteriori modifiche.

Come posso allineare sottoscrizioni o licenze acquistate in date differenti?

Per facilitare la fatturazione al cliente, anche con la new commerce experience di Microsoft è possibile  allineare il pagamento delle licenze relative alla stessa sottoscrizione, anche se acquistate in date differenti. Inoltre, sarà possibile allineare la fatturazione anche di sottoscrizione diverse e acquistate in date differenti.

Primo caso:

Il 1/03/2022 acquisto annualmente una sottoscrizione Basic con 3 licenze (scadenza 1/03/2023)

Il 15/03/2022 aggiungo alla sottoscrizione altre 4 licenze. Queste licenze avranno la stessa scadenza delle prime tre, ossia il 1/03/2023. Per i giorni di differenza verrà calcolato e applicato un rateo.

Secondo caso:

Il 1/03/2022 acquisto annualmente una sottoscrizione Basic con 3 licenze (rinnovo 1/03/2023)

Il 20/06/2022 acquisto una nuova sottoscrizione Premium con 3 licenze che potranno, su richiesta del cliente, rinnovarsi il 1/03/2023, come la sottoscrizione Basic. Anche in questo caso verrà calcolato e applicato un rateo per allineare le sottoscrizioni alla stessa data di fatturazione.  

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Cosa succede a sottoscrizioni già attive?

Se hai una sottoscrizione attiva essa non subirà dei cambiamenti improvvisi! Tutti i clienti che hanno già delle sottoscrizioni attive e che si rinnovano entro il 30 giugno 2022, potranno decidere se continuare con la modalità classica o passare alla NCE. Le sottoscrizioni attive, quindi, non subiranno nessun cambiamento fino alla loro data di rinnovo.

Invece, dal primo luglio 2022 in poi tutte le nuove sottoscrizioni o i rinnovi verranno gestite seguendo la new commerce experience.

Primo caso:

 Se ho una sottoscrizione in scadenza al 15 maggio 2022 potrà essere rinnovata in entrambe le modalità fino alla sua data di rinnovo.

Secondo caso:

Se ho una sottoscrizione che scade il 2 luglio 2022, verrà modificata in base alle nuove modalità di acquisto.

Hai ancora qualche domanda sulla
new commerce experience di Microsoft?

Noi di Inforservice da oltre 20 anni accompagniamo piccole e grandi imprese nel percorso di digitalizzazione. Essendo partner certificato Microsoft siamo in grado di offrirti il giusto supporto per comprendere tutte le novità e compiere la scelta migliore per il proprio business.

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Rivoluziona il modo di fare acquisti con il noleggio operativo

Rivoluziona il tuo modo di fare acquisti
con il noleggio operativo

Hai sentito parlare del noleggio operativo, ma non sai bene come funziona? Sei nel posto giusto!

Vogliamo offrirti le nostre competenze per capire questo nuovo modo di ricevere i prodotti senza acquistarli.

Cos’è il noleggio operativo?

Sempre più aziende stanno iniziando a utilizzare il noleggio operativo di beni strumentali, ovvero una nuova formula di acquisto degli strumenti utili a facilitare la vita lavorativa di tantissime aziende. La grande novità di questa formula risiede nel fatto che il cliente affitta per un periodo di tempo limitato dei prodotti.

In questo modo, l’azienda non dovrà più investire subito una somma ingente di denaro per i macchinari, bensì potrà pagarli attraverso un canone mensile prestabili. Al termine del periodo del noleggio il cliente deciderà se restituire i prodotti o continuare con il noleggio.

È possibile decidere di noleggiare qualsiasi tipologia di prodotti come mobili o attrezzature da ufficio. Molte aziende, però, ritengono molto vantaggioso il noleggio operativo di pc, smartphone e altri dispositivi informatici utili alla trasformazione digitale in atto. Questo perché sono tra i prodotti che hanno una breve vita e devono essere sostituiti con più frequenza.

I vantaggi del noleggio operativo

Il noleggio operativo va a rispondere a diverse problematiche aziendali come:

  • Il budget ristretto
  • Poca liquidità
  • Poco controllo sulla pianificazione delle spese
  • Tecnologie costose e che in poco tempo diventano obsolete

Oltre a sopperire a queste esigenze, possiamo evidenziare due grandi vantaggi per le aziende che di seguito evidenzieremo nel dettaglio: l’economicità e l‘accesso più veloce alle nuove tecnologie. 

Economicità della formula d’acquisto

Il noleggio permette all’azienda di avere una maggiore liquidità e di poter programmare delle uscite fisse mensili. Inoltre, non ci saranno più costi legati allo smaltimento o alla manutenzione dei prodotti. Questo perché con il noleggio operativo di beni strumentali è possibile acquistare un pacchetto all’inclusive in cui sono previsti servizi di assistenza e una protezione dai rischi finanziari.

Un altro vantaggio economico da tenere in considerazione è che il noleggio operativo non prevede importanti investimenti iniziali o altri costi nascosti. Non bisogna dimenticarsi che dal punto di vista fiscale è possibile detrarre dalle tasse le spese relative al noleggio.

Accesso veloce e massima garanzia

Uno degli elementi da non sottovalutare è la possibilità di poter allineare la durata del noleggio con il ciclo di vita delle attrezzature. Così facendo, è possibile avere sempre disponibili strumenti innovativi e al passo con i tempi.

Inoltre, molte aziende di noleggio di beni strumentali offrono ai loro clienti assicurazioni per danni, furto e incendio.

Esprinet e il noleggio operativo

Dopo aver compreso quanto possa essere vantaggioso il noleggio operativo per le aziende è il momento di capire quale sia il giusto partner. È importante avere ben chiaro che i vantaggi di tale formula possono essere ottenuti solo se ci si affida a un’azienda onesta e affidabile.  

Tra le numerose aziende che operano in questo campo è opportuno nominare Esprinet. È un’azienda che da oltre venti anni si occupa di consulenza, assistenza informatica e fornitura di strumenti IT. Principalmente, Esprinet si occupa della fornitura di molti strumenti utili per gli uffici da server o pc fino ad arrivare a totem interattivi o strumenti di videosorveglianza.

Prevede per i suoi clienti il noleggio operativo comprensivo di:

  • assicurazione sui prodotti per danni accidentali, furto o incendio
  • assistenza tecnica per eventuali malfunzionamenti
  • Installazione delle apparecchiature

Per offrire un servizio efficiente Esprinet ha una serie di aziende partner che si occupano di avere un rapporto diretto e personale con il cliente. In questo modo, ognuno avrà un’intera azienda a sua completa disposizione in grado di offrigli un noleggio operativo che soddisfi a pieno le sue esigenze.

Maggiori dettagli su Esprinet

Hai bisogno di altre informazioni sul funzionamento del noleggio operativo?

Parliamone! Noi di Infoservice siamo pronti a esporti il noleggio operativo proposto da Esprinet, così da poter comprendere se è il partner ideale per la tua azienda.

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Le novità 2021 di Microsoft Teams: gruppi di lavoro  e non solo

Le novità 2021 di Microsoft Teams

Gruppi di lavoro  e non solo

Microsoft negli ultimi mesi ha dato la possibilità ai suoi utenti di poter creare delle vere e proprie stanze virtuali all’interno di Microsoft Teams e ha eliminato diverse limitazioni.

Gli sviluppatori Microsoft anno implementato questa nuova funzionalità nei canali di Teams, insieme a molte altre skills utili a facilitare la collaborazione aziendale.

All’interno dei canali già prima era possibile suddividere in sottogruppi una riunione, ma aveva molte limitazioni.

Prima di conoscere tutti i vantaggi degli ultimi aggiornamenti di Microsoft Teams è opportuno ricordare che le stanze virtuali, che si possono creare, prendono il nome di “gruppi di lavoro”.

Facilita la comunicazione con piccoli gruppi di lavoro


Uno degli obiettivi principali dei gruppi di lavoro è nel poter dare la possibilità di dividere la riunione in piccoli gruppi per facilitare le comunicazione.

Un vantaggio importante è nel non dover più creare un gruppo di lavoro prima della riunione, bensì è possibile crearlo anche durante la riunione.

In questo modo gli utenti avranno più libertà nel decidere quando e come utilizzarli. In particolare, grazie a tale aggiornamento si offre una maggiore flessibilità agli organizzatori della riunione che hanno la possibilità di passare da una stanza all’altra o riportare tutti alla stanza principale.

Inoltre, attraverso le approvazioni gli amministratori dei team possono gestire in modo simultaneo gli utenti che vogliono partecipare alla riunione. Infatti, è possibile avviare un flusso di approvazione, in collaborazione con i diversi approvatori, dallo stesso punto in cui avvii una chat o una conversazione.

Resta sempre connesso


Con i nuovi aggiornamenti è stata aggiunta la possibilità di “invio automatico offline“. In questo modo gli utenti possono rimanere operativi anche quando non si è online. I messaggi su Teams possono essere modificati o inviati anche quando un utente è offline e poi saranno disponibili automaticamente quando si tornerà online.

Tieni sotto controllo i tuoi documenti


I file condivisi all’interno dei gruppi di lavoro non verranno persi, in quanto saranno disponibili anche nella riunione principale o al termine di essa su una specifica chat.

In questo modo non verranno persi documenti importanti e gli utenti partecipanti alle riunioni li avranno sempre disponibili nei propri team.

Live reaction per quando resti senza parole


Un’altra nuova skill disponibile per gli utenti è il poter inviare delle reazioni dal vivo e in tempo reale.  Microsoft, ispirandosi ai social più utilizzati, ha dato la possibilità di scegliere tra diverse reazioni, come il mi piace, gli applausi e le risate.

Microsoft e Infoservice pensano alle tue esigenze


Questi ultimi aggiornamenti di Microsoft Teams ci fanno comprendere come Microsoft sia sempre attento alle mutevoli esigenze dei suoi clienti e come riesca sempre ad aggiornare i propri servizi.


Infoservice è un partner certificato sempre pronto ad offrire alle aziende un supporto continuo per sfruttare al meglio le opportunità della digital transformation.

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Le competenze digital del 2021: l’importanza dei corsi di formazione

Le competenze digital del 2021

L’importanza dei corsi di formazione

A causa della situazione d’emergenza in cui ci troviamo da quasi un anno si è compreso che non si potrà più fare a meno delle nuove tecnologie. Molte imprese italiane hanno cercato di rispondere alla crisi investendo sull’innovazione e cercando di raggiungere il livello degli altri Paesi europei.

La sfida che molte imprese si trovano ad affrontare oggi riguarda il come utilizzare in modo adeguato gli strumenti informatica, in quanto la maggior parte dei lavoratori non ha le competenze informatiche  necessarie.

Rischi aziendali di lavoratori inesperti


La mancata capacità di utilizzare i nuovi strumenti ha esposto il patrimonio informativo a nuovi rischi. Molti attacchi informatici riguardano il furto di dati aziendali causati da utenti inesperti che può provocare un danno economico molto alto per le imprese.

Oltre ai danni provocati da attacchi informatici, non dobbiamo dimenticare l’inefficienza causata dal non saper utilizzare strumenti informatici, soprattutto nella crisi che stiamo vivendo che obbliga milioni di lavoratori a lavorare da remoto.

Lo smartworking di successo prevede che i lavoratori sappiano lavorare in sicurezza e che sappiano utilizzare piattaforme di condivisione e collaborazione aziendale.

Nonostante ciò, in Italia il numero di aziende che ha investito per formare adeguatamente il proprio personale è ancora basso.

Secondo il Rapporto Clusit 2020, solo il 55% delle aziende ha definito un piano strutturato di formazione che coinvolge tutti i lavoratori, mentre il restante ha previsto solo dei corsi una tantum.

La Strategia Nazionale per le Competenze Digitali


Nei giorni scorsi nel nostro Paese è stato definito un Piano Operativo per definire le linee guida della Digital Transformation. Tra i tanti obiettivi è stata sottolineata l’importanza di avere sempre più lavoratori con adeguate competenze in ICT.  Secondo le stime la quota di PMI che hanno al loro interno specialisti ICT dovrebbe aumentare del 50%. La chiave per avere collaboratori pronti a rispondere alle sfide della digitalizzazione è investire nella loro formazione.

Nel piano Operativo è stato definito che:

  • Nel settore privato, si cercherà di supportare economicamente le aziende nel percorso di innovazione. In particolare, sono state previste delle azioni, come il Credito Imposta formazione 4.0, volte a incentivare le imprese a formare i propri collaboratori.
  • Per il settore pubblico , si cercherà di reclutare dipendenti con le adeguate digital skills e di iniziare percorsi formativi per permettere a tutti i collaboratori di acquisire le giuste competenze per lavorare in PA sempre più digitali

Competenza e consapevolezza


Ogni corso di formazione dovrebbe rendere i collaboratori di un’azienda competenti e consapevoli dei rischi connessi alle loro azioni.  In particolare, nell’era dello smartworking l’attività di formazione prettamente tecnica deve comprenderne una di sensibilizzazione.

Solo in questo modo sarà possibile far comprendere le conseguenze reali provocate dall’utilizzo inesperto di alcuni strumenti.

Secondo l’Osservatorio delle Competenze Digitali, le digital skills dei lavoratori riguardano la capacità di saper utilizzare strumenti informatici a prescindere dalla loro funzione aziendale. Questo ci fa comprendere che nessun dipendente è esente dal dover acquisire nuove competenze in quanto le nuove tecnologie stanno trasformando ogni attività lavorativa, dalla più semplice alla più complessa.

A chi affidarsi per la formazione?


L’offerta commerciale è molto ampia, vi sono tante aziende che propongono corsi molti diversi tra loro. Prima di scegliere quale partner affidarsi è importante comprendere le competenze che si intendono acquisire in base agli strumenti che si utilizzano in azienda.

Se stai cercando esperti Microsoft, Infoservice è il partner che fa per te! 


Infoservice è in grado di aiutarti ad avere le skills adatte per poter creare un ambiente di lavoro più smart e per incrementare l’efficienza dei tuoi collaboratori, che saranno in grado di lavorare in ogni luogo e in totale sicurezza.

Tutti saranno in grado di utilizzare in modo professionale i principali tool di collaborazione aziendale e di produttività personale targati Microsoft, come Microsoft Teams o SharePoint online.

Cashback di Stato: 4 milioni di italiani hanno già aderito

Cashback di Stato

4 milioni di italiani hanno già aderito

Nelle ultime settimane si è sempre più parlato di cashback tanto da diventare una parola comune per moltissimi italiani. L’interesse verso questa parola è dovuto dal fatto che nel 2021 entrerà in vigore il cashback di Stato che prevede un rimborso sugli acquisti. In queste settimane, però, è stata avviata una fase sperimentale per incentivare gli acquisti di Natale. Tutti gli italiani registrati nell’app “IO” che utilizzeranno le carte di credito per lo shopping presso negozi fisici avranno un rimborso del 10% della spesa. 

Cos’è il cashback? 

 

Il cashback però non è una novità! Ormai da molti anni è uno dei meccanismi promozionali più conosciuti nel mondo in quanto offre vantaggi alle aziende e agli utenti. La promozione consiste, come suggerisce la parola stessa, di un ritorno di denaro in base al tipo di acquisto effettuato. In altre parole, il cliente che acquista un prodotto riceve un rimborso immediato di una percentuale della spesa 

Esistono tanti sistemi di cashback nel mondo, anche se in Italia erano poco conosciuti o erano visti come una specie di truffa da parte delle aziende. 

La maggior parte di questi sistemi, a differenza del cashback di Stato, non ha limitazioni riguardo i rimborsi ed essi sono immediati 

Uno dei più noti sistemi di cashback è la community cashback World dove è possibile usufruire sconti su più di 140.000 negozi sia fisici che virtuali di tutto il mondo. All’interno di questa grande community è possibile trovare sia aziende internazionali (ex. Booking, Brico o Adidas) che piccoli negozi locali.  

Non tutti però sanno che i cashback di Stato possono sommarsi ad altre tipologie di cashback. Ad esempio, se si acquista un prodotto in un negozio partner del Cashback World si potrà avere un doppio rimborso. 

 Ma in cosa consiste il cashback di Stato?  

 

ll cashback di Stato rientra nel “Piano Italia cashless” che ha lo scopo di spingere gli italiani ad utilizzare strumenti digitali per gli acquisti così da contrastare l’evasione fiscale.  Secondo l’analisi di Capterra il 62% degli italiani si è dimostrato a favore dei pagamenti contactless , ma solo il 30% preferisce i pagamenti con la carta di credito nei negozi fisici. Un dato interessante è che l’89% degli italiani intervistati ha mostrato qualche preoccupazione riguardo la tutela della privacy. L’ostilità verso il cashback continua a persistere negli italiani che però sono incentivati dalla possibilità di poter risparmiare e di vincere una rilevante somma. Questo perché il Governo ha creato un supercashback, in aggiunta al cashback, ai primi 100.00 registratche abbiamo effettuato più operazioni.  

Vi sono però delle limitazioni, in quanto potranno avere i rimborsi esclusivamente chi ha effettuato un minimo di 50 transazioni con strumenti di pagamento elettronico in negozi fisici e il rimborso ha un valore massimo di 150 euro. Inoltre, potranno partecipare solo i maggiorenni con la residenza italiana che si saranno registrati tramite SPID nell’app per i servizi pubblici “IO”.  

Inoltre, nel cashback di Statoa differenza di altri sistemi di cashbacknon sono considerati i consumi effettuati nell’ambito dell’attività professionale o imprenditoriali 

Come sta procedendo la fase pilota?  

Gli italiani hanno risposto alla cashback natalizio in modo positivo, anche se con qualche ostacolo. Le difficoltà non hanno riguardato solo la poca familiarità con gli strumenti digitali da parte di molti consumatori, ma anche l’incapacità delle applicazioni di sostenere un numero così elevato di utenti. 

Nonostante ciò, le statistiche natalizie sono abbastanza positive:   

  • Il numero degli iscritti ha superato i 4 milioni 
  • Le transazioni contabilizzate e acquisite dal sistema sono oltre 1,6 milioni 
  • Il totale di rimborso accumulato è pari a oltre 6,4 milioni 

Possiamo quindi dire che ormai il cashback è stato accettato da molti consumatori e che potrebbe affermarsi anche in Italia come un nuovo modo per risparmiare acquistando.  

Infoservice da anni offre ai suoi clienti il modo di acquistare prodotti e servizi risparmiando grazie al cashback.

Contattaci per saperne di più, saremo di lieti di rispondere ad ogni dubbio o curiosità.

Cloud distribuito: un trend del 2021

Cloud ibrido: un trend del 2021

Scopri di più sul futuro del cloud

Siamo quasi giunti al termine del 2020 e molti tireranno un sospiro di sollievo in quanto questanno rimarrà alla storia come tra i più difficili. In questi periodi di crisi le aziende hanno compreso quanto il valore umano sia necessario e quanto sia importante interpretare l’innovazione per saper mixare il giusto numero di risorse e capacità in base alle proprie esigenze. 

Ma cosa lascerà di buono all’anno che verrà? Quali sono le innovazioni e i cambiamenti che caratterizzeranno la vita lavorativa nel 2021?  

 

Negli ultimi mesi Gartner ha pubblicato un documento in cui esamina i principali trend tecnologici che caratterizzeranno il 2021.  

Tra i tanti trend spiegati da Gartner, il cloud distribuito viene definito come il “futuro del cloud”. Già nel 2020 il settore del cloud computing ha avuto una forte crescita, ma secondo le stime nel 2021 il cloud crescerà del 17% e il cloud distribuito ne sarà il protagonista.  

Ma quando parliamo di Cloud distribuito di cosa parliamo? Quali sono i suoi vantaggi per un’azienda? 

Il cloud distribuito è caratterizzato da cloud pubblici e privati che si combinano tra loro, permettendo alle aziende di condividere i propri dati e applicazioni in entrambi i cloud. 

In particolare, si va a creare uno spazio virtuale in cui i diversi servizi cloud privati possono essere distribuiti a diversi luoghi fisici, mentre la governance rimane nelle mani del fornitore del cloud pubblico.  

Solitamente le aziende che cominciano ad utilizzare il cloud distribuito adottano una soluzione IaaS (Infrastructure as a service), così da poter acquistare e gestire le risorse computazionali dell’infrastruttura senza la responsabilità di gestione. Attraverso la soluzione IaaS, infatti è possibile accedere ad una risorsa hardware flessibile e all’avanguardia scalabile in base alle necessità aziendali. 

Esistono però altre due modalità per usufruire del cloud, come PaaS (Platform as a Service) e SaaS (Software as a Service)Con la soluzione PaaSle aziende possono usufruire di una piattaforma che può supportare diversi servizi, programmi o software. L’ultima modalità detta SaaS consiste nell’utilizzare, tramite un server web, un server remoto.  

Le aziende utilizzando in modo adeguato il cloud ibrido possono coglierne diverse opportunità: 

  • una maggiore flessibilità ed efficienza in quanto permette di gestire, in base alle proprie esigenze, le diverse soluzioni cloud ed a ottimizzare la struttura esistente.  
  • maggior controllo sui dati aziendali e maggior sicurezza in quanto i dati privati possono essere archiviati sul datacenter locale oppure sfruttare il sistema di sicurezza del fornitore del servizioQuesta caratteristica permette anche l’accesso ai dati in modo real time.  
  • maggiore facilità di gestione rispetto a una strategia multi-cloud dove bisogna gestire separatamente in ciascun ambiente i diversi servizi 

I fornitori di cloud privati si stanno evolvendo offrendo ai propri clienti nuove soluzioni di cloud distribuito. La scelta del fornitori cloud è molto importante in quanto influenza i tipi di servizi che verranno adottati all’interno di un’azienda. Attualmente i leader in questo settore sono Microsoft, Google e Amazon. 

In particolare, Microsoft Azure e Google Cloud negli anni stanno crescendo e sottraendo forti quote di mercato ad Amazon Web Services, che per anni era leader del mercato del cloud. 

Il cloud distribuito permetterà a moltissime aziende italiane di potersi innovare in modo più accessibile dal punto di vista economico, abbattendo la barriera economica che frena la digitalizzazione.  
Nell’era di trasformazione digitale ogni azienda deve guardare al futuro come se fosse il presente e cogliere tutte le opportunità che le nuove tecnologie ci offrono.  

Armiamoci e innoviamoci

Armiamoci e innoviamoci!

Lo smart working come scelta lavorativa

Il lockdown causato dal coronavirus ha portato i lavoratori di tutto il mondo a stravolgere il loro modo di lavorare. Milioni di persone si sono ritrovati a lavorare da casa, lontano dai colleghi e senza i giusti strumenti. Col tempo le aziende hanno dovuto iniziare un processo di digital transformation per cercare di rendere operativi i loro collaboratori anche a distanza. 

Ma i lavoratori cosa ne pensano di questa situazione? Hanno i giusti strumenti per lo smart working? Quali sono le problematiche che un lavoratore deve affrontare nel 2020? Quali sono le prospettive per il 2021? 

Grazie alla recente ricerca Workforce of the Future” di Cisco, che ha coinvolto 10.000 dipendenti di 12 paesi dell’Europa, Russia e Medio Orientesi è potuto delineare le loro aspettative di lavoro a partire dal 2021.  

In particolare, gli italiani, che prima del lockdown non avevano mai sperimentato il lavoro flessibile, hanno potuto coglierne qualche vantaggio. Secondo la ricerca di Cisco l’87% dei lavoratori italiani vorrebbe cominciare ad avere l’opportunità di scegliere se e quanto lavorare da remoto o in ufficio. I principali benefici riscontrati durante la pandemia, che i lavoratori vorrebbero mantenere, sono: maggiore autonomia lavorativa, collaborare in team a distanza e maggiore produttività.  

Per questo motivo tornare alla normalità non è più un’opzione accettabile per i dipendenti. La situazione più auspicabile per le aziende sarebbe di rendere libero il collaboratore di scegliere la modalità di lavoro che preferisce.   

Tutto ciò però non può avvenire se prima i lavoratori non vengono equipaggiati con i giusti strumenti. 

Molte aziende internazionali hanno colto questo potenziale e hanno fatto del lavoro flessibile una nuova filosofia aziendale offrendo ai loro collaboratori specifici strumenti per lo smart working 

Nelle piccole e medie imprese italiane però la situazione è ben diversa, bisogna ancora combattere con diverse problematiche che limitano l’innovazione al loro interno. 

Una delle prime barriere da abbattere riguarda la cultura verso l’innovazione. Nel 2020 un’azienda per essere competitiva non può pensare che gli investimenti in innovazione digitale siano uno spreco di denaro. La pandemia ci ha insegnato che dobbiamo “armarci” digitalmente e che tutti ne abbiamo la possibilità. L’innovazione non è più una “cosa da ricchi”, ma è un vantaggio che qualsiasi azienda può sfruttare.  

Ma di cosa ha realmente bisogno un lavoratore? 

 

In base alle difficoltà riscontrate dai collaboratori durante i mesi di lock-down sono state evidenziate due principali esigenze.

1) Assenza di adeguate competenze digitali. 

La maggior parte dei collaboratori non conosce tutti gli strumenti che sta utilizzando o che andrà ad utilizzare. Per questo motivo è necessario che l’azienda offra specifici corsi di formazione ad ogni dipendente, così da permettergli di sfruttare il potenziale di ogni strumento. Ad esempio, Microsoft Teams è uno degli strumenti più utilizzati in questi mesi per facilitare la collaborazione tra colleghi, ma al suo interno possiede tantissime funzionalità poco utilizzate.  

2) Scarsità di strumenti adatti per lo smart working.  

Molti smart worker si sono trovati rinchiusi in casa con strumenti lenti, vecchi e senza protezione dagli attacchi hackerOltre ad avere a disposizione device che garantiscano di lavorare in modo smart sono necessari i giusti prodotti di office automationMicrosoft offre la possibilità ad ogni azienda di sfruttare il cloud per gestire l’accesso alle applicazioni aziendali in modo sicuro da diversi device e di poter condividere in ogni momento documenti. Oltre ai più noti strumenti di comunicazione, ve ne sono tantissimi altri che rispondo ad altre esigenze come la collaborazione da remoto o la protezione dei dati. 

Se le aziendriuscissero ad ascoltare i propri collaboratori e a investire il giusto tempo e denaro in innovazione si potrà rivoluzionare la vita lavorativa di tantissimi italiani. 

Digital Transformation: se non ora quando?

SE NON ORA QUANDO?

La DigitalRestart è iniziata!

Con questo dilemma si è aperto, lo scorso giovedì, il webinar di Microsoft incentrato sulla trasformazione digitale. Una delle tante tematiche toccate durante il webinar è il livello di digitalizzazione delle aziende italiane.   

Il 2020 rimarrà nella storia come uno degli anni più difficilisia a livello sanitario che economico. Non dobbiamo però pensare solo in negativo, in quanto questo anno particolare ha portato con sé qualche elemento di innovazioneSecondo una ricerca del Cerved, le piccole e medie imprese italiane hanno avuto una maggiore resilienza rispetto al 2007 rispondendo in maniera proattiva alla crisi.  

La domanda “come è stato possibile tutto ciò?” sorge spontanea e la risposta è molto semplice  grazie alle nuove tecnologie!. Molte aziende italiane hanno compreso che la trasformazione digitale possa essere un importante possibilità per migliorare il proprio business e offrire servizi innovativi ai propri clienti.  

All’inizio del 2020 secondo Microsoft solo 2,8% degli investimenti aziendali era destinato all’innovazione e solo il 9% delle aziende aveva un sito di e-commerce. Questa situazione ha portato le aziende italiane ad essere molto meno competitive rispetto al resto degli altri Paesi. 

Trovandosi in una situazione di crisi in pochi mesi l’Italia è riuscita a fare dei passi avanti ed è iniziata la corsa all’innovazione. Secondo le stime di Microsoft nel nostro Paese si è raggiunto un livello di innovazione digitale che era previsttra due anni. L’uso di Azure è aumentato del 47%, mentre l’acquisto di Surface ha raggiunto il 104%.  Inoltre, si è compreso che è possibile collaborare e comunicare in modo efficace anche a distanza, grazie all’uso di strumenti come Teams.

 Ma siamo certi che la stiamo facendo nel modo giusto? 

Secondo la ricerca di Microsoft solo il 18% delle aziende che ha adottato strumenti innovativi ne ha realmente sfruttato i vantaggi, rispetto al 49% che li sta utilizzando solo in maniera basilare.  

Non tutti sanno che l’innovazione non deve riguardare semplicemente il come si fanno le cose, ma deve portare ad aggiungere valore al business e caricarlo di nuovo significatoTutto ciò richiede principalmente un investimento di tempo e di competenze. È come pensare di guidare una macchina perfetta senza avere la patente.  Gli strumenti hanno sempre bisogno di qualcuno in grado di saperli utilizzare.  

Le aziende italiane negli anni hanno potuto superare la barriera dei costi grazie al cloud computing, che ha democratizzato l’innovazioneOra bisogna superare la barriera della conoscenza che ancora frena la trasformazione digitale di molte aziende. Per essere competitivi nel mercato è necessario avere collaboratori formati e con le giuste competenze. 

Solo in questo modo si potranno raggiungere gli obietti della trasformazione digitale come: 

  • Migliorare la comunicazione interna alle aziende e abbattere le distanze fisiche  
  • Offrire ai propri clienti esperienze sempre più innovative e personalizzate 
  • Trasformare e innovare i prodotti e i servizi  
  • Ottimizzare e digitalizzare i processi  

Bisogna pensare al futuro come se fosse il presente e cercare di esserne i protagonisti.  

Competenze digitali: cosa sono e quanto sono utili per le aziende?

Competenze digitali:

cosa sono e quanto sono utili alle aziende?

Il 2020 è stato un anno difficile, in cui tutti hanno dovuto combattere con il coronavirus, un nemico subdolo e invisibileIl distanziamento sociale è diventato quasi un dovere per limitare la propagazione del virus. Le aziende italiane hanno cercato di rispondere a questa situazione incentivando il lavoro da casa e cominciando ad utilizzare realmente le nuove piattaforme digitali.  

In questa situazione di crisi, le nuove tecnologie sono diventate il centro di tantissime attività economiche: è stata incentivata la didattica a distanza, l’e-commerce e lo smart workingMolti lavoratori si sono ritrovati soli davanti a un computer con poche competenze digitali 

Le aziende italiane si trovano in una situazione di forte arretratezza riguardo l’innovazione e le competenze digitali dei suoi collaboratori. Per questo motivo il mese scorso la ministra del lavoro ha firmato un decreto che istituisce un fondo per promuovere la formazione dei lavoratori.  

Ma cosa vuol dire avere competenze digitali?  

Secondo il Parlamento Europeo la competenza digitale può essere definita come “saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata da abilità di base nelle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione): l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet. 

Essendo le tecnologie strumenti in continuo mutamento possiamo dire che le competenze digitali non sono qualcosa di fisso, ma sono delle qualità in continua evoluzioneIn un mondo pieno di tecnologie e di innovazioni non si può più pensare di essere esenti dall’imparare sempre qualcosa di nuovo. 

Le aziende italiane devono comprendere che è importante formare costantemente i propri collaboratori così da poter cogliere le potenzialità della digital transformation e non rimanerne schiacciati.  

Noi di Infoservice da oltre 25 anni, ci preoccupiamo di rendere sempre più competitivi i nostri clienti e di offrirgli innovativi strumenti e le più adatte competenze.

Smart working: da necessità a opportunità

Smart Working

da necessità a opportunità

Negli ultimi mesi la pandemia causata dal coronavirus ha rivoluzionato il modo di lavorare di tantissimi italiani. Secondo recenti stime infatti circa 6 milioni di lavoratori hanno riorganizzato il loro lavoro così da agevolare la diffusione dello smart working.

Ma quali sono i  reali vantaggi?

In un’ottica generale lo smart working sta aiutando a creare un miglior clima di fiducia all’interno delle aziende, portando dei vantaggi in termini di produttività.

Secondo alcuni dati, gli smart worker sono molto soddisfatti in quanto riescono a raggiungere maggiori competenze digitali ed a essere più produttivi. I vantaggi percepiti sia dalle aziende che dai loro dipendenti riguardano principalmente un risparmio di costi e di tempi.

Anche la natura potrà giovare di alcuni benefici dello smart working. Infatti, questa nuova modalità di lavoro porterà ad una sostanziale riduzione del traffico e quindi delle emissioni di gas inquinanti. Infatti, secondo un recente studio dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico e sostenibile (ENEA) si evince che per 5.500 lavoratori in smart working non saranno emessi 8000 tonnellate di CO2.

Le aziende, per poter godere dei vantaggi che lo smart working offre, devono avviare un complesso processo di cambiamento in cui le nuove tecnologie hanno un ruolo importante. In particolare, le difficoltà che stanno cercando di superare molte aziende riguardano la scelta dei nuovi strumenti e il modo in cui si devono utilizzare. 

Noi di Infoservice siamo in grado di offrirti strumenti e le competenze adatte per lavorare in Smart Working in modo più semplice, efficiente e sicuro.

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