Cloud distribuito: un trend del 2021

Cloud ibrido: un trend del 2021

Scopri di più sul futuro del cloud

Siamo quasi giunti al termine del 2020 e molti tireranno un sospiro di sollievo in quanto questanno rimarrà alla storia come tra i più difficili. In questi periodi di crisi le aziende hanno compreso quanto il valore umano sia necessario e quanto sia importante interpretare l’innovazione per saper mixare il giusto numero di risorse e capacità in base alle proprie esigenze. 

Ma cosa lascerà di buono all’anno che verrà? Quali sono le innovazioni e i cambiamenti che caratterizzeranno la vita lavorativa nel 2021?  

 

Negli ultimi mesi Gartner ha pubblicato un documento in cui esamina i principali trend tecnologici che caratterizzeranno il 2021.  

Tra i tanti trend spiegati da Gartner, il cloud distribuito viene definito come il “futuro del cloud”. Già nel 2020 il settore del cloud computing ha avuto una forte crescita, ma secondo le stime nel 2021 il cloud crescerà del 17% e il cloud distribuito ne sarà il protagonista.  

Ma quando parliamo di Cloud distribuito di cosa parliamo? Quali sono i suoi vantaggi per un’azienda? 

Il cloud distribuito è caratterizzato da cloud pubblici e privati che si combinano tra loro, permettendo alle aziende di condividere i propri dati e applicazioni in entrambi i cloud. 

In particolare, si va a creare uno spazio virtuale in cui i diversi servizi cloud privati possono essere distribuiti a diversi luoghi fisici, mentre la governance rimane nelle mani del fornitore del cloud pubblico.  

Solitamente le aziende che cominciano ad utilizzare il cloud distribuito adottano una soluzione IaaS (Infrastructure as a service), così da poter acquistare e gestire le risorse computazionali dell’infrastruttura senza la responsabilità di gestione. Attraverso la soluzione IaaS, infatti è possibile accedere ad una risorsa hardware flessibile e all’avanguardia scalabile in base alle necessità aziendali. 

Esistono però altre due modalità per usufruire del cloud, come PaaS (Platform as a Service) e SaaS (Software as a Service)Con la soluzione PaaSle aziende possono usufruire di una piattaforma che può supportare diversi servizi, programmi o software. L’ultima modalità detta SaaS consiste nell’utilizzare, tramite un server web, un server remoto.  

Le aziende utilizzando in modo adeguato il cloud ibrido possono coglierne diverse opportunità: 

  • una maggiore flessibilità ed efficienza in quanto permette di gestire, in base alle proprie esigenze, le diverse soluzioni cloud ed a ottimizzare la struttura esistente.  
  • maggior controllo sui dati aziendali e maggior sicurezza in quanto i dati privati possono essere archiviati sul datacenter locale oppure sfruttare il sistema di sicurezza del fornitore del servizioQuesta caratteristica permette anche l’accesso ai dati in modo real time.  
  • maggiore facilità di gestione rispetto a una strategia multi-cloud dove bisogna gestire separatamente in ciascun ambiente i diversi servizi 

I fornitori di cloud privati si stanno evolvendo offrendo ai propri clienti nuove soluzioni di cloud distribuito. La scelta del fornitori cloud è molto importante in quanto influenza i tipi di servizi che verranno adottati all’interno di un’azienda. Attualmente i leader in questo settore sono Microsoft, Google e Amazon. 

In particolare, Microsoft Azure e Google Cloud negli anni stanno crescendo e sottraendo forti quote di mercato ad Amazon Web Services, che per anni era leader del mercato del cloud. 

Il cloud distribuito permetterà a moltissime aziende italiane di potersi innovare in modo più accessibile dal punto di vista economico, abbattendo la barriera economica che frena la digitalizzazione.  
Nell’era di trasformazione digitale ogni azienda deve guardare al futuro come se fosse il presente e cogliere tutte le opportunità che le nuove tecnologie ci offrono.  

Microsoft Teams vs Google Meet

MICROSOFT TEAM VS GOOGLE MEET

Coprotagonisti o antagonisti?

Nell’anno del distanziamento sociale, della crisi sanitaria e dello smart working le persone hanno cercato modi innovativi per rimanere vicini seppure fisicamente lontani.  

In particolare, milioni di lavoratori costretti allo smart working  hanno dovuto cominciare a svolgere le loro riunioni online, a comunicare con i propri colleghi tramite chat e a scambiarsi documenti tramite apposite app. 

In questa complessa situazione i due grandi colossi Microsoft e Google si sono ritrovati coprotagonisti nella scena. Entrambi hanno dovuto gestire un numero elevatissimo di utenti e offrire sempre più servizi specializzati.

 Di seguito verranno descritte le caratteristiche di Microsoft Teams e Google Meet, così da poter cogliere i vantaggi e gli svantaggi di entrambe le piattaforme.

Microsoft Teams: una molteplicità di funzioni!

Microsoft Teams è un ambiente cross platform basato sul cloud che racchiude diversi strumenti di collaborazione che se utilizzati al meglio possono portare ad aumentare l’efficienza dei collaboratori di un’azienda. All’interno di teams è possibile chattare con uno o più utenti, pianificare riunioni virtuali ed effettuare chiamate attraverso diversi device e sia nella versione desktop che broswer.

Durante i primi mesi di lockdown in Italia Teams è stato utilizzato da 44 milioni di utenti al giorno e i minuti di chiamata aziendale sono aumentati del 775%.  

È possibile utilizzare la piattaforma Microsoft Teams anche all’interno di un pacchetto gratuito, ma con delle limitazioni. Ad esempio è possibile effettuare videochiamate con massimo 300 persone contemporaneamente per 24 ore, ma non vi è la possibilità di registrarle.  

Per ottenere più vantaggi dall’uso di Teams è necessario acquistare delle licenze che Microsoft che si dividono in due grandi famiglie in base al tipo di cliente e alle sue esigenze: 

  • Licenze Microsoft 365: Basic (4,20 € per utente/mese), Apps for business (8,80 € per utente/mese) e Standard (10,50 € per utente/mese) 

  • Licenze Enterprise: E1 (6,70 € per utente/mese),E(19,70 € per utente/mese, E5 (34,40 € per utente/mese), Pro plus (12,90 € per utente/mese)

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Google Meet: la semplicità

Meet è un’applicazione creata da Google per le teleconferenze, molto intuitiva e con diverse caratteristiche avanzate. Essa può essere utilizza su ogni dispositivo dell’utente tramite app o sul browser. 

Uno dei principali vantaggi di tale piattaforma è la familiarità degli utenti con il prodotto, che molto spesso non hanno molte conoscenze informatiche. Questo ha portato molte aziende istituti scolastici a preferire tale strumento vista la situazione di urgenza in cui si trovavano.  

Nei mesi di lockdown circa 3 miliardi di nuovi utenti hanno utilizzato quotidianamente Google Meet e in ogni mese si sono contati circa 3 miliardi di minuti di meeting all’interno della piattaforma. 

Tutti gli utenti che possiedono un account Google possono organizzare gratuitamente una riunione su Meet con massimo 100 partecipanti e con una durata massima di 60 minuti.  

Per usufruire di tutte le potenzialità di Meet, come la registrazione di una riunione o  la creazione di un evento live streaming è necessario acquistare la G Suite ai seguenti prezzi mensili per utente: 

  •  G Suite Basic: 4,68 € 
  •  G Suite Business9,36 € 
  • G Suite Enterprise: 23 €  

 

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Armiamoci e innoviamoci

Armiamoci e innoviamoci!

Lo smart working come scelta lavorativa

Il lockdown causato dal coronavirus ha portato i lavoratori di tutto il mondo a stravolgere il loro modo di lavorare. Milioni di persone si sono ritrovati a lavorare da casa, lontano dai colleghi e senza i giusti strumenti. Col tempo le aziende hanno dovuto iniziare un processo di digital transformation per cercare di rendere operativi i loro collaboratori anche a distanza. 

Ma i lavoratori cosa ne pensano di questa situazione? Hanno i giusti strumenti per lo smart working? Quali sono le problematiche che un lavoratore deve affrontare nel 2020? Quali sono le prospettive per il 2021? 

Grazie alla recente ricerca Workforce of the Future” di Cisco, che ha coinvolto 10.000 dipendenti di 12 paesi dell’Europa, Russia e Medio Orientesi è potuto delineare le loro aspettative di lavoro a partire dal 2021.  

In particolare, gli italiani, che prima del lockdown non avevano mai sperimentato il lavoro flessibile, hanno potuto coglierne qualche vantaggio. Secondo la ricerca di Cisco l’87% dei lavoratori italiani vorrebbe cominciare ad avere l’opportunità di scegliere se e quanto lavorare da remoto o in ufficio. I principali benefici riscontrati durante la pandemia, che i lavoratori vorrebbero mantenere, sono: maggiore autonomia lavorativa, collaborare in team a distanza e maggiore produttività.  

Per questo motivo tornare alla normalità non è più un’opzione accettabile per i dipendenti. La situazione più auspicabile per le aziende sarebbe di rendere libero il collaboratore di scegliere la modalità di lavoro che preferisce.   

Tutto ciò però non può avvenire se prima i lavoratori non vengono equipaggiati con i giusti strumenti. 

Molte aziende internazionali hanno colto questo potenziale e hanno fatto del lavoro flessibile una nuova filosofia aziendale offrendo ai loro collaboratori specifici strumenti per lo smart working 

Nelle piccole e medie imprese italiane però la situazione è ben diversa, bisogna ancora combattere con diverse problematiche che limitano l’innovazione al loro interno. 

Una delle prime barriere da abbattere riguarda la cultura verso l’innovazione. Nel 2020 un’azienda per essere competitiva non può pensare che gli investimenti in innovazione digitale siano uno spreco di denaro. La pandemia ci ha insegnato che dobbiamo “armarci” digitalmente e che tutti ne abbiamo la possibilità. L’innovazione non è più una “cosa da ricchi”, ma è un vantaggio che qualsiasi azienda può sfruttare.  

Ma di cosa ha realmente bisogno un lavoratore? 

 

In base alle difficoltà riscontrate dai collaboratori durante i mesi di lock-down sono state evidenziate due principali esigenze.

1) Assenza di adeguate competenze digitali. 

La maggior parte dei collaboratori non conosce tutti gli strumenti che sta utilizzando o che andrà ad utilizzare. Per questo motivo è necessario che l’azienda offra specifici corsi di formazione ad ogni dipendente, così da permettergli di sfruttare il potenziale di ogni strumento. Ad esempio, Microsoft Teams è uno degli strumenti più utilizzati in questi mesi per facilitare la collaborazione tra colleghi, ma al suo interno possiede tantissime funzionalità poco utilizzate.  

2) Scarsità di strumenti adatti per lo smart working.  

Molti smart worker si sono trovati rinchiusi in casa con strumenti lenti, vecchi e senza protezione dagli attacchi hackerOltre ad avere a disposizione device che garantiscano di lavorare in modo smart sono necessari i giusti prodotti di office automationMicrosoft offre la possibilità ad ogni azienda di sfruttare il cloud per gestire l’accesso alle applicazioni aziendali in modo sicuro da diversi device e di poter condividere in ogni momento documenti. Oltre ai più noti strumenti di comunicazione, ve ne sono tantissimi altri che rispondo ad altre esigenze come la collaborazione da remoto o la protezione dei dati. 

Se le aziendriuscissero ad ascoltare i propri collaboratori e a investire il giusto tempo e denaro in innovazione si potrà rivoluzionare la vita lavorativa di tantissimi italiani. 

Digital Transformation: se non ora quando?

SE NON ORA QUANDO?

La DigitalRestart è iniziata!

Con questo dilemma si è aperto, lo scorso giovedì, il webinar di Microsoft incentrato sulla trasformazione digitale. Una delle tante tematiche toccate durante il webinar è il livello di digitalizzazione delle aziende italiane.   

Il 2020 rimarrà nella storia come uno degli anni più difficilisia a livello sanitario che economico. Non dobbiamo però pensare solo in negativo, in quanto questo anno particolare ha portato con sé qualche elemento di innovazioneSecondo una ricerca del Cerved, le piccole e medie imprese italiane hanno avuto una maggiore resilienza rispetto al 2007 rispondendo in maniera proattiva alla crisi.  

La domanda “come è stato possibile tutto ciò?” sorge spontanea e la risposta è molto semplice  grazie alle nuove tecnologie!. Molte aziende italiane hanno compreso che la trasformazione digitale possa essere un importante possibilità per migliorare il proprio business e offrire servizi innovativi ai propri clienti.  

All’inizio del 2020 secondo Microsoft solo 2,8% degli investimenti aziendali era destinato all’innovazione e solo il 9% delle aziende aveva un sito di e-commerce. Questa situazione ha portato le aziende italiane ad essere molto meno competitive rispetto al resto degli altri Paesi. 

Trovandosi in una situazione di crisi in pochi mesi l’Italia è riuscita a fare dei passi avanti ed è iniziata la corsa all’innovazione. Secondo le stime di Microsoft nel nostro Paese si è raggiunto un livello di innovazione digitale che era previsttra due anni. L’uso di Azure è aumentato del 47%, mentre l’acquisto di Surface ha raggiunto il 104%.  Inoltre, si è compreso che è possibile collaborare e comunicare in modo efficace anche a distanza, grazie all’uso di strumenti come Teams.

 Ma siamo certi che la stiamo facendo nel modo giusto? 

Secondo la ricerca di Microsoft solo il 18% delle aziende che ha adottato strumenti innovativi ne ha realmente sfruttato i vantaggi, rispetto al 49% che li sta utilizzando solo in maniera basilare.  

Non tutti sanno che l’innovazione non deve riguardare semplicemente il come si fanno le cose, ma deve portare ad aggiungere valore al business e caricarlo di nuovo significatoTutto ciò richiede principalmente un investimento di tempo e di competenze. È come pensare di guidare una macchina perfetta senza avere la patente.  Gli strumenti hanno sempre bisogno di qualcuno in grado di saperli utilizzare.  

Le aziende italiane negli anni hanno potuto superare la barriera dei costi grazie al cloud computing, che ha democratizzato l’innovazioneOra bisogna superare la barriera della conoscenza che ancora frena la trasformazione digitale di molte aziende. Per essere competitivi nel mercato è necessario avere collaboratori formati e con le giuste competenze. 

Solo in questo modo si potranno raggiungere gli obietti della trasformazione digitale come: 

  • Migliorare la comunicazione interna alle aziende e abbattere le distanze fisiche  
  • Offrire ai propri clienti esperienze sempre più innovative e personalizzate 
  • Trasformare e innovare i prodotti e i servizi  
  • Ottimizzare e digitalizzare i processi  

Bisogna pensare al futuro come se fosse il presente e cercare di esserne i protagonisti.  

Azzera i rischi e fai il backup dei tuoi dati!

Azzera i rischi e fai il backup dei tuoi dati!

La scorsa settimana è stato organizzato da Veeam un evento live in cui si è posta l’attenzione sull’importanza della cyber security all’interno delle aziende.  

Il 2020 è stato un anno particolare, in cui le nuove tecnologie sono diventate il centro di tantissime attività economiche. La digital transformation sta finalmente diventando realtà, anche se vi sono ancora delle sfide che le aziende devo affrontare.  

Uno degli elementi che un’azienda deve tenere in considerazione è la protezione dei dati. Non a caso le informazioni aziendali sono diventati gli elementi centrali di ogni business. I vecchi sistemi di protezione non bastano più e gli attacchi hacker nell’ultimo anno sono aumentati notevolmente. Una delle operazioni fondamentali per garantire la sicurezza dei dati è effettuare un corretto backup, ma risulta essere uno dei punti deboli di molte aziende. Non a caso i ransomware ossia attacchi hacker che sfruttano proprio le debolezze aziendali, nel 2020 hanno raggiunto il 70%. 

Ma cosa vuol dire effettuare un backup? 

Il backup non è altro che la creazione di una copia dei dati aziendali e la loro conservazione in una struttura secondaria (fisica o virtuale)  più sicura.   

In questo modo è possibile proteggere i dati da possibili malfunzionamenti dovuti da causa esterne (attacchi hacker) o interne (errori o comportamenti dannosi da parte dei collaboratori).  

Non tutti sanno però che non basta fare il backup, ma è necessario utilizzare i giusti strumenti che permettano di ripristinare i dati. 

In particolare Veeam garantisce un:

  • Recovery Restore, che permette di verificare ex-ante la possibilità di ripristinare i dati 
  • Staged Restore, che garantisce un ripristino dei dati nel completo rispetto del GDPR. Ad esempio se un collaboratore chiede la cancellazione di un dato che però è stato già copiato, al momento del ripristino quel dato verrà automaticamente eliminato.   
  • Secure Restore, grazie al quale è possibile effettuare una scansione antivirus prima di effettuare un backup.  

Quali sono i vantaggi di un backup basato sul cloud? 

Il cloud backup avviene attraverso un software che viene installato all’interno di un device aziendale ed effettua l’archiviazione dei dati in un server remoto assicurandosi che la connessione utilizzata sisicura.  

I vantaggi del cloud backup sono diversi: 

  • È possibile duplicare qualsiasi tipo di dato 
  • Permette di automatizzare l’operazione e di renderla più sicura 
  • Non necessita di grossi investimenti monetari  
  • Rende più semplice l’operazione garantendo un risparmio di tempo 

È importante non dimenticare però un’affermazione di  MK Palmore, esperto di cyber security, durante l’evento live di Veeam: il cloud è una delle risorse fondamentali della digital transformation ma non è una cura miracolosa.

In altre parole, possiamo dire che il cloud è uno strumento che porta con sé molti benefici, ma è importante saperlo utilizzare e utilizzare piattaforme di cloud computing affidabili.  

Noi di Infoservice da anni ci impegniamo di comunicare e interagire con i nostri partner per cogliere le loro esigenze e offrigli strumenti innovativi e sicuri. 

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Competenze digitali: cosa sono e quanto sono utili per le aziende?

Competenze digitali:

cosa sono e quanto sono utili alle aziende?

Il 2020 è stato un anno difficile, in cui tutti hanno dovuto combattere con il coronavirus, un nemico subdolo e invisibileIl distanziamento sociale è diventato quasi un dovere per limitare la propagazione del virus. Le aziende italiane hanno cercato di rispondere a questa situazione incentivando il lavoro da casa e cominciando ad utilizzare realmente le nuove piattaforme digitali.  

In questa situazione di crisi, le nuove tecnologie sono diventate il centro di tantissime attività economiche: è stata incentivata la didattica a distanza, l’e-commerce e lo smart workingMolti lavoratori si sono ritrovati soli davanti a un computer con poche competenze digitali 

Le aziende italiane si trovano in una situazione di forte arretratezza riguardo l’innovazione e le competenze digitali dei suoi collaboratori. Per questo motivo il mese scorso la ministra del lavoro ha firmato un decreto che istituisce un fondo per promuovere la formazione dei lavoratori.  

Ma cosa vuol dire avere competenze digitali?  

Secondo il Parlamento Europeo la competenza digitale può essere definita come “saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata da abilità di base nelle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione): l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet. 

Essendo le tecnologie strumenti in continuo mutamento possiamo dire che le competenze digitali non sono qualcosa di fisso, ma sono delle qualità in continua evoluzioneIn un mondo pieno di tecnologie e di innovazioni non si può più pensare di essere esenti dall’imparare sempre qualcosa di nuovo. 

Le aziende italiane devono comprendere che è importante formare costantemente i propri collaboratori così da poter cogliere le potenzialità della digital transformation e non rimanerne schiacciati.  

Noi di Infoservice da oltre 25 anni, ci preoccupiamo di rendere sempre più competitivi i nostri clienti e di offrirgli innovativi strumenti e le più adatte competenze.

I tuoi dati aziendali sono al sicuro?

I tuoi dati aziendali sono al sicuro?

In una società in cui le nuove tecnologie sono diventate il centro della vita di molte persone, nascono nuove criticità che un’azienda deve affrontare. Uno dei dilemmi più discussi riguarda la sicurezza dei dati aziendali, che spesso è compromessa dai collaboratori poco attenti. Infatti, basta davvero poco per rendere la rete informatica di una società meno sicura. Con lo sviluppo dello smart working i lavoratori sono diventati ancora più centrali per evitare i tanti attacchi informatici e la sicurezza dei dati aziendali è diminuita. Per questo motivo è importante che le aziende investano sulla sicurezza dei dispositivi lavorativi e allo stesso tempo rendano più consapevoli i propri collaboratori. 

Ecco cinque consigli che ogni collaboratore dovrebbe tener conto per rendere più garantire un elevato livello di sicurezza dei dati aziendali: 

  1. Avere un sistema operativo sempre aggiornato

    Spesso aggiornare il sistema viene visto come una perdita di tempo, ma in realtà è una procedura importante per ogni tipo di device. Ad esempio, molte aziende hanno subito importanti attacchi hacker che hanno portato a una forte perdita di denaro e di dati a causa di sistemi operativi datati. Bisogna ricordare che ogni update del sistema è un suo miglioramento, ossia l’eliminazione di alcuni falle che potrebbero essere sfruttate dall’hacker di turno.  

  2. Usare password complesse e il sistema di autenticazione a più fattori. Per considerare una password sicura deve essere caratterizzata da almeno 10 caratteri (non solo lettere), non deve avere informazioni personali e deve essere sempre differente.  Il sistema di autenticazione a più fattori è molto semplice da utilizzare e garantisce un elevato livello di sicurezza. Questo perché oltre ad inserire la password è necessario inserire almeno un secondo fattore: un codice numerico casuale che ha una validità limitata nel tempo (detto One Time Password) o un dato di tipo biometrico (riconoscimento facciale o l’impronta digitale)  
  3. Imparare a riconoscere il phishing: un tipo di truffa online in cui il truffatore cerca di ingannare la vittima fingendosi un ente affidabile.  Per questo motivo ogni impiegato deve evitare di condividere informazioni via email e avvertire immediatamente il reparto IT quando riceve email sospette.  
  4. Utilizzare solo dispositivi USB controllatiNon tutti sanno che i dispositivi USB potrebbero contenere malware, per questo motivo è bene evitare di utilizzarli in device che servono per accedere alle informazioni aziendali. Uno degli attacchi più noti è il juice jacking che cerca di rubare i dati all’interno di dispositivi mobile sfruttando la ricarica USB. 
  5. Adottare maggiori precauzioni se si lavora con il proprio dispositiva da remoto. Se il lavoratore è costretto ad utilizzare il proprio dispositivo per lavorare è bene utilizzare la navigazione privata e non memorizzare nessuna credenziale di accesso. Inoltre, al termine della giornata lavorativa ogni collaboratore dovrebbe eseguire un logout completo ed eliminare ogni file scaricato.

Se ogni azienda avesse sistemi sicuri e collaboratori pronti a prevedere ogni rischio informatico la sicurezza dei dati aziendali potrebbe essere garantita.

Noi di Infosevice ci impegniamo quotidianamente ad offrire ai nostri partner servizi informatici altamente sicuri e corsi di formazione per i suoi collaboratori.

Ediscovery: il tuo alleato nelle questioni legali!   

Ediscovery:

il tuo alleato nelle questioni legali

L’eDiscoveryè il processo di identificazione e consegna di dati elettronici che possono essere utilizzati come prove in casi legali. In altre parole, grazie a tale strumento è possibile ricercare informazioni memorizzate nelle diverse piattaforme di Microsoft 365.  

Nel processo di ricerca, i documenti vengono automaticamente identificati e classificati. In seguito con il supporto di un sistema di catalogazione è possibile organizzare i dati per la loro correlazione.  

 

Perché utilizzare eDiscovery?  

Il dato digitale, a differenza di un documento cartaceo, è più semplice da ricercare e da conservare. Attraverso eDiscovery è possibile identificare e documentare qualsiasi tipo di dato elettronico e utilizzarlo come prova in caso legale.  Ad esempio, può risultare molto utile per individuare all’interno della posta elettronica tutte le informazioni per denunciare attività illecite di un dipendente o un concorrente sleale.  

Grazie alla sua tecnologia predittiva sarà più veloce revisionare grandi quantità di dati riducendo i tempi e i costi per l’azienda.  

Utilizzando in modo efficace eDiscovery si potranno creare un sistema globale più sicuro ed efficiente.  

 

Di quali licenze ho bisogno per poterlo utilizzare? 

Per poter utilizzare eDiscovery è possibile: 

  • Sottoscrivere l’intera organizzazione: così da gestire eDiscovery dal centro di sicurezza e conformità di Office 365. Per ottenere ciò è necessario che l’azienda disponga almeno di un abbonamento Microsoft 365 E3, o superiore.  
  • Sottoscrivere un singolo utente: per applicare eDiscovery alle caselle postali del singolo collaboratore. Per ottenere ciò è necessario avere: la licenza Microsoft 365 E3 (e superiore) oppure una licenza Microsoft 365 E1 con l’estenzione al piano 2 di OneDrive for businesse o SharPoint Online  

Noi di Infoservice saremo lieti di supportarti nella conoscenza e nell’uso di tale strumento.  

Scrivici per saperne di più. 

Centralino basato su cloud: un modo innovativo di comunicare   

Centralino basato su cloud:

un modo innovativo di comunicare  

In Italia molte imprese stanno cercando a fatica di raggiungere i livelli di digitalizzazione dei loro concorrenti internazionali, così da poter goderne i vantaggi.  

Secondo la ricerca fatta da Gartner l’uso della telefonia basata su cloud crescerà dell’ 8,9% rendendo più fluido il lavoro del team e permettendo una maggiore gestione del flusso in entrata e in uscita. 

 

Ma cos’è un centralino basato sul cloud? 

È un centralino telefonico virtuale che si avvale del protocollo Internet o VoIP (Voice over Internet Protocol) per far transitare il traffico telefonico.  

Le aziende potranno finalmente abbandonare i centralini tradizionali e tutte le sue problematiche connesse.  

 

Che vantaggi porta con sé? 

Il centralino basato sul cloud è molto facile da utilizzare e non necessita di particolari competenze informatiche o di acquistare nuovi prodotti. 

Le aziende avranno un risparmio in quanto è più economico rispetto al centralino tradizionale: basterà pagare un canone in cui sono compresi diversi servizi per il cliente.   

Il centralino essendo basato sul cloud permette di utilizzare il servizio da diversi device e in ogni luogo. Nell’era dello smart working garantire ulteriore  flessibilità ai dipendenti aziendali è un grande punto di forza.  

Contattataci per conoscere tutti i vantaggi del centralino basato su Cloud saremo lieti di aiutarti a utilizzare al meglio questo nuovo servizio! 

 

Regolamento GDPR: Nuova legge UE sulla privacy

GDPR: cosa di intende per Regolamento GDPR?

Nascita e definizione della legge

In pochi sanno che il GDPR General Data Protection – Regolamento GDPR UE 2016/679, la nuova legge in materia di protezione dei dati personali, è già attiva. Il regolamento, infatti, è stato già adottato il 27 Aprile 2016. Verrà applicato a partire dal 25 Maggio 2018. È questo un cambiamento importante, che interesserà profondamente aziende di ogni tipo e di ogni dimensione. Ogni organizzazione, all’interno del proprio ambito di riferimento, si trova a ricevere, scambiare, gestire e trattenere dati personali.

Cambiamenti generali e obiettivi del Regolamento GDPR

La nuova GDPR si impone alle aziende e sostituisce ormai la vecchia direttiva sulla protezione dei dati (Direttiva 995/46/EC) del 1995. Essa consta di 90 articoli. Essi specificano le nuove richieste per la gestione dei dati personali di cittadini UE e il rafforzo della relativa struttura organizzativa. Uno degli obiettivi della Commissione Europea è quello di semplificare ed unificare il contesto formativo in materia di trattamento dei dati personali, unificando i regolamenti entro l’UE e dall’UE.

Il GDPR affronta anche il tema dell’esportazione dei dati personali al fuori dell’UE. Inoltre, con il Regolamento GDPR l’Europa intende restituire ai cittadini il controllo dei propri dati personali. Dunque, in generale esso fornisce una nuova e ampia definizione dei dati personali. Imponendo processi specifici, tipi di comunicazione e caratteristiche tecnologiche che le aziende dovranno attuare per conformarsi.

Il GDPR include numerosi requisiti relativi a raccolta, archiviazione e uso delle informazioni personali, tra cui le modalità per:

  • Identificare e proteggere i dati personali nei sistemi
  • Soddisfare nuovi requisiti di trasparenza
  • Rilevare e segnalare violazioni dei dati personali
  • Formare personale e dipendenti che si occupano di privacy

Regolamento GDPR e aziende: come bisognerà regolarsi?

Le aziende che elaborano dati personali provenienti da oltre 5000 cittadini UE avranno una serie più ampia di requisiti da rispettare. Ad esempio la nomina obbligatoria di un responsabile della protezione dei dati (DPO).

In particolare, la sicurezza dei dati raccolti deve essere garantita dal titolare del trattamento e dal responsabile del trattamento. Entrambi sono chiamati a mettere in atto misure tecniche e organizzative idonee per garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio. L’ambito d’intervento principale sarà quindi proprio quello informatico. I processi informatici utilizzati dovranno garantire un livello di protezione molto alto e dovranno essi stessi essere conformi alla legge.

Dopo la piena adozione ogni azienda dovrà quindi sollecitarsi ad adottare le misure più adeguate al raggiungimento degli obiettivi di conformità. A meno che non vorrà incorrere in pesanti sanzioni e procedimenti penali, anche questi rivisti dal nuovo regolamento, con conseguenti perdite in termini economici e di reputazione.

L’ammodernamento della legislazione in tema di privacy e quindi l’adempimento del GDPR non sarà di facile adozione ma sarà necessario.

Considerando i molti aspetti coinvolti dalla nuova legge europea, sarà utile iniziare a preparare il proprio ambiente e rivedere le procedure di gestione dei dati e della privacy. Senza rischiare di trovarsi impreparati alla sua entrata in vigore. Evitando inutili, affannose ed onerose corse contro il tempo.

Verso la conformità: passaggi fondamentali

Le aziende potranno iniziare ad utilizzare (o ad utilizzare meglio) i giusti strumenti e servizi informatici, ottimizzandone processi ed implementazioni. Per orientarsi nel percorso verso la conformità sarà utile concentrarsi su 4 passaggi fondamentali:

  1. Rilevamento (delle minacce; dell’uso accidentale/intenzionale improprio dei dati raccolti)
  2. Protezione a più livelli dei dati
  3. Gestione dei dati scambiati/raccolti/trattenuti
  4. Segnalazione 

Vi forniremo via via indicazioni utili in grado di accompagnarvi in questo processo di apprendimento. Infine, vogliamo segnalarvi, già da ora, che i prodotti e i servizi Cloud Microsoft (come Office 365 e relativi), così come WatchGuard dispongono già di pacchetti capaci di assicurare la conformità al GDPR. Questi sono concepiti proprio nell’ottica della responsabilità condivisa, in materia di protezione dei dati personali, con i partner e con i clienti.