Adobe e Microsoft: una storia di successo

Adobe e Microsoft:

una storia di successo

Microsoft e Adobe sono riusciti a creare una forte collaborazione che gli ha permesso di poter sfruttare in modo sinergico i vantaggi dei propri prodotti. Negli ultimi anni questa partnership si è allargata riuscendo a integrare i rispettivi servizi cloud con l’obiettivo di ottimizzare i flussi di documenti. I clienti Microsoft 365 potranno così sfruttare tutte le funzionalità di firma digitale all’interno dei loro prodotti di collaborazione aziendale (SharePoint, SharePoint, Outlook..).

Lo scorso aprile Adobe ha lanciato Adobe Sign, un nuovo prodotto che permette agli utenti di digitalizzare l’esperienza di firma, permettendo di lavorare in modo semplice con i file PDF e ottenendo contratti firmati all’istante. Integrandolo con i prodotti di Microsoft 365 si potrà garantire una maggiore operatività e collaborazione aziendale.
Non bisogna dimenticare che entrambi i prodotti hanno un elevato livello di sicurezza e che quindi la firma digitale ha piena validità legale.

Teams e Adobe Sign per un’operatività senza confini.


In particolare, risulta vincente la fusione tra Adobe Sign e Microsoft Teams che permette agli utenti di trovare e firmare un documento direttamente da Teams. In questo modo sarà possibile accelerare il flusso di approvazione aggiungendo la firma elettronica Adobe in Teams e si potranno gestire in modo più efficiente i documenti in PDF. 

Questa partnership porta con sé quattro principali vantaggi per le aziende:

  • Facilita lo smartworking: grazie all’utilizzo sinergico di questi prodotti i collaboratori aziendali potranno firmare un documento senza bisogno di una stampante e senza uscire dalla piattaforma di Teams.
    Inoltre, si potranno utilizzare entrambi i prodotti in qualsiasi luogo e da qualsiasi device.
  • Permette il multitasking: agli utenti potranno lavorare in contemporanea su più documenti in diversi formati in modo semplice e intuitivo.
    Inoltre, potranno firmare digitalmente senza continuando a utilizzare Teams.
  • Consente di controllare in ogni momento lo stato di un documento: attraverso il monitoraggio in tempo reale di ogni documento senza uscire da Teams. Ogni volta che i documenti vengono firma ti l’utente verrà avvisato con una notifica e se un documento è ancora in attesa si potrà inviare un promemoria ai collaboratori.
  • Garantisce una protezione da remoto: grazie agli alti standard di sicurezza delle due piattaforme si garantisce l’autenticità del documento e della firma. In particolare, ogni file inviato avrà un preciso time stamp (che garantisce quando è stato firmato un documento) e l’indirizzo IP (che garantisce da dove è stato firmato e inviato il documento).

Microsoft Teams: uno strumento dalle enormi potenzialità


Sia Microsoft che Adobe hanno identificato Teams come hub centrale per la produttività con enormi potenzialità. Teams è uno strumento di collaborazione che va oltre la videoconferenza e le chat. Grazie a vincenti integrazioni, come Adobe Sign, sarà possibile rendere più semplice ed efficiente la vita lavorativa di molti utenti.

Per le aziende che voglio intraprendere un reale percorso di digitalizzazione è importante affiancarsi ad un partner informatico in grado di mostrargli le potenzialità nascoste dei prodotti Microsoft, in particolare di Teams.

Infoservice da anni che supporta le aziende a utilizzare al meglio i propri strumenti informatici, dal supporto tecnico altamente specializzato a corsi di formazione con esperti del settore. 

Cashback di Stato: 4 milioni di italiani hanno già aderito

Cashback di Stato

4 milioni di italiani hanno già aderito

Nelle ultime settimane si è sempre più parlato di cashback tanto da diventare una parola comune per moltissimi italiani. L’interesse verso questa parola è dovuto dal fatto che nel 2021 entrerà in vigore il cashback di Stato che prevede un rimborso sugli acquisti. In queste settimane, però, è stata avviata una fase sperimentale per incentivare gli acquisti di Natale. Tutti gli italiani registrati nell’app “IO” che utilizzeranno le carte di credito per lo shopping presso negozi fisici avranno un rimborso del 10% della spesa. 

Cos’è il cashback? 

 

Il cashback però non è una novità! Ormai da molti anni è uno dei meccanismi promozionali più conosciuti nel mondo in quanto offre vantaggi alle aziende e agli utenti. La promozione consiste, come suggerisce la parola stessa, di un ritorno di denaro in base al tipo di acquisto effettuato. In altre parole, il cliente che acquista un prodotto riceve un rimborso immediato di una percentuale della spesa 

Esistono tanti sistemi di cashback nel mondo, anche se in Italia erano poco conosciuti o erano visti come una specie di truffa da parte delle aziende. 

La maggior parte di questi sistemi, a differenza del cashback di Stato, non ha limitazioni riguardo i rimborsi ed essi sono immediati 

Uno dei più noti sistemi di cashback è la community cashback World dove è possibile usufruire sconti su più di 140.000 negozi sia fisici che virtuali di tutto il mondo. All’interno di questa grande community è possibile trovare sia aziende internazionali (ex. Booking, Brico o Adidas) che piccoli negozi locali.  

Non tutti però sanno che i cashback di Stato possono sommarsi ad altre tipologie di cashback. Ad esempio, se si acquista un prodotto in un negozio partner del Cashback World si potrà avere un doppio rimborso. 

 Ma in cosa consiste il cashback di Stato?  

 

ll cashback di Stato rientra nel “Piano Italia cashless” che ha lo scopo di spingere gli italiani ad utilizzare strumenti digitali per gli acquisti così da contrastare l’evasione fiscale.  Secondo l’analisi di Capterra il 62% degli italiani si è dimostrato a favore dei pagamenti contactless , ma solo il 30% preferisce i pagamenti con la carta di credito nei negozi fisici. Un dato interessante è che l’89% degli italiani intervistati ha mostrato qualche preoccupazione riguardo la tutela della privacy. L’ostilità verso il cashback continua a persistere negli italiani che però sono incentivati dalla possibilità di poter risparmiare e di vincere una rilevante somma. Questo perché il Governo ha creato un supercashback, in aggiunta al cashback, ai primi 100.00 registratche abbiamo effettuato più operazioni.  

Vi sono però delle limitazioni, in quanto potranno avere i rimborsi esclusivamente chi ha effettuato un minimo di 50 transazioni con strumenti di pagamento elettronico in negozi fisici e il rimborso ha un valore massimo di 150 euro. Inoltre, potranno partecipare solo i maggiorenni con la residenza italiana che si saranno registrati tramite SPID nell’app per i servizi pubblici “IO”.  

Inoltre, nel cashback di Statoa differenza di altri sistemi di cashbacknon sono considerati i consumi effettuati nell’ambito dell’attività professionale o imprenditoriali 

Come sta procedendo la fase pilota?  

Gli italiani hanno risposto alla cashback natalizio in modo positivo, anche se con qualche ostacolo. Le difficoltà non hanno riguardato solo la poca familiarità con gli strumenti digitali da parte di molti consumatori, ma anche l’incapacità delle applicazioni di sostenere un numero così elevato di utenti. 

Nonostante ciò, le statistiche natalizie sono abbastanza positive:   

  • Il numero degli iscritti ha superato i 4 milioni 
  • Le transazioni contabilizzate e acquisite dal sistema sono oltre 1,6 milioni 
  • Il totale di rimborso accumulato è pari a oltre 6,4 milioni 

Possiamo quindi dire che ormai il cashback è stato accettato da molti consumatori e che potrebbe affermarsi anche in Italia come un nuovo modo per risparmiare acquistando.  

Infoservice da anni offre ai suoi clienti il modo di acquistare prodotti e servizi risparmiando grazie al cashback.

Contattaci per saperne di più, saremo di lieti di rispondere ad ogni dubbio o curiosità.

Cloud distribuito: un trend del 2021

Cloud ibrido: un trend del 2021

Scopri di più sul futuro del cloud

Siamo quasi giunti al termine del 2020 e molti tireranno un sospiro di sollievo in quanto questanno rimarrà alla storia come tra i più difficili. In questi periodi di crisi le aziende hanno compreso quanto il valore umano sia necessario e quanto sia importante interpretare l’innovazione per saper mixare il giusto numero di risorse e capacità in base alle proprie esigenze. 

Ma cosa lascerà di buono all’anno che verrà? Quali sono le innovazioni e i cambiamenti che caratterizzeranno la vita lavorativa nel 2021?  

 

Negli ultimi mesi Gartner ha pubblicato un documento in cui esamina i principali trend tecnologici che caratterizzeranno il 2021.  

Tra i tanti trend spiegati da Gartner, il cloud distribuito viene definito come il “futuro del cloud”. Già nel 2020 il settore del cloud computing ha avuto una forte crescita, ma secondo le stime nel 2021 il cloud crescerà del 17% e il cloud distribuito ne sarà il protagonista.  

Ma quando parliamo di Cloud distribuito di cosa parliamo? Quali sono i suoi vantaggi per un’azienda? 

Il cloud distribuito è caratterizzato da cloud pubblici e privati che si combinano tra loro, permettendo alle aziende di condividere i propri dati e applicazioni in entrambi i cloud. 

In particolare, si va a creare uno spazio virtuale in cui i diversi servizi cloud privati possono essere distribuiti a diversi luoghi fisici, mentre la governance rimane nelle mani del fornitore del cloud pubblico.  

Solitamente le aziende che cominciano ad utilizzare il cloud distribuito adottano una soluzione IaaS (Infrastructure as a service), così da poter acquistare e gestire le risorse computazionali dell’infrastruttura senza la responsabilità di gestione. Attraverso la soluzione IaaS, infatti è possibile accedere ad una risorsa hardware flessibile e all’avanguardia scalabile in base alle necessità aziendali. 

Esistono però altre due modalità per usufruire del cloud, come PaaS (Platform as a Service) e SaaS (Software as a Service)Con la soluzione PaaSle aziende possono usufruire di una piattaforma che può supportare diversi servizi, programmi o software. L’ultima modalità detta SaaS consiste nell’utilizzare, tramite un server web, un server remoto.  

Le aziende utilizzando in modo adeguato il cloud ibrido possono coglierne diverse opportunità: 

  • una maggiore flessibilità ed efficienza in quanto permette di gestire, in base alle proprie esigenze, le diverse soluzioni cloud ed a ottimizzare la struttura esistente.  
  • maggior controllo sui dati aziendali e maggior sicurezza in quanto i dati privati possono essere archiviati sul datacenter locale oppure sfruttare il sistema di sicurezza del fornitore del servizioQuesta caratteristica permette anche l’accesso ai dati in modo real time.  
  • maggiore facilità di gestione rispetto a una strategia multi-cloud dove bisogna gestire separatamente in ciascun ambiente i diversi servizi 

I fornitori di cloud privati si stanno evolvendo offrendo ai propri clienti nuove soluzioni di cloud distribuito. La scelta del fornitori cloud è molto importante in quanto influenza i tipi di servizi che verranno adottati all’interno di un’azienda. Attualmente i leader in questo settore sono Microsoft, Google e Amazon. 

In particolare, Microsoft Azure e Google Cloud negli anni stanno crescendo e sottraendo forti quote di mercato ad Amazon Web Services, che per anni era leader del mercato del cloud. 

Il cloud distribuito permetterà a moltissime aziende italiane di potersi innovare in modo più accessibile dal punto di vista economico, abbattendo la barriera economica che frena la digitalizzazione.  
Nell’era di trasformazione digitale ogni azienda deve guardare al futuro come se fosse il presente e cogliere tutte le opportunità che le nuove tecnologie ci offrono.  

Microsoft Teams vs Google Meet

MICROSOFT TEAM VS GOOGLE MEET

Coprotagonisti o antagonisti?

Nell’anno del distanziamento sociale, della crisi sanitaria e dello smart working le persone hanno cercato modi innovativi per rimanere vicini seppure fisicamente lontani.  

In particolare, milioni di lavoratori costretti allo smart working  hanno dovuto cominciare a svolgere le loro riunioni online, a comunicare con i propri colleghi tramite chat e a scambiarsi documenti tramite apposite app. 

In questa complessa situazione i due grandi colossi Microsoft e Google si sono ritrovati coprotagonisti nella scena. Entrambi hanno dovuto gestire un numero elevatissimo di utenti e offrire sempre più servizi specializzati.

 Di seguito verranno descritte le caratteristiche di Microsoft Teams e Google Meet, così da poter cogliere i vantaggi e gli svantaggi di entrambe le piattaforme.

Microsoft Teams: una molteplicità di funzioni!

Microsoft Teams è un ambiente cross platform basato sul cloud che racchiude diversi strumenti di collaborazione che se utilizzati al meglio possono portare ad aumentare l’efficienza dei collaboratori di un’azienda. All’interno di teams è possibile chattare con uno o più utenti, pianificare riunioni virtuali ed effettuare chiamate attraverso diversi device e sia nella versione desktop che broswer.

Durante i primi mesi di lockdown in Italia Teams è stato utilizzato da 44 milioni di utenti al giorno e i minuti di chiamata aziendale sono aumentati del 775%.  

È possibile utilizzare la piattaforma Microsoft Teams anche all’interno di un pacchetto gratuito, ma con delle limitazioni. Ad esempio è possibile effettuare videochiamate con massimo 300 persone contemporaneamente per 24 ore, ma non vi è la possibilità di registrarle.  

Per ottenere più vantaggi dall’uso di Teams è necessario acquistare delle licenze che Microsoft che si dividono in due grandi famiglie in base al tipo di cliente e alle sue esigenze: 

  • Licenze Microsoft 365: Basic (4,20 € per utente/mese), Apps for business (8,80 € per utente/mese) e Standard (10,50 € per utente/mese) 

  • Licenze Enterprise: E1 (6,70 € per utente/mese),E(19,70 € per utente/mese, E5 (34,40 € per utente/mese), Pro plus (12,90 € per utente/mese)

Scopri le sottoscrizioni Microsoft 365

Google Meet: la semplicità

Meet è un’applicazione creata da Google per le teleconferenze, molto intuitiva e con diverse caratteristiche avanzate. Essa può essere utilizza su ogni dispositivo dell’utente tramite app o sul browser. 

Uno dei principali vantaggi di tale piattaforma è la familiarità degli utenti con il prodotto, che molto spesso non hanno molte conoscenze informatiche. Questo ha portato molte aziende istituti scolastici a preferire tale strumento vista la situazione di urgenza in cui si trovavano.  

Nei mesi di lockdown circa 3 miliardi di nuovi utenti hanno utilizzato quotidianamente Google Meet e in ogni mese si sono contati circa 3 miliardi di minuti di meeting all’interno della piattaforma. 

Tutti gli utenti che possiedono un account Google possono organizzare gratuitamente una riunione su Meet con massimo 100 partecipanti e con una durata massima di 60 minuti.  

Per usufruire di tutte le potenzialità di Meet, come la registrazione di una riunione o  la creazione di un evento live streaming è necessario acquistare la G Suite ai seguenti prezzi mensili per utente: 

  •  G Suite Basic: 4,68 € 
  •  G Suite Business9,36 € 
  • G Suite Enterprise: 23 €  

 

Hai eletto un vincitore?

Se pensi che Microsoft 365 possa fare al caso tuo, compila il form senza nessun impegno! 

Nel minor tempo possibile ti invieremo un’offerta sulle tue licenze Microsoft!