Come scegliere il cloud giusto

Cos'è il Cloud: la nuvola

Il Cloud (che in italiano si pronuncia clàud) che non è altro che uno spazio di archiviazione personale, chiamato talvolta anche cloud storage, accessibile in qualsiasi momento ed in ogni luogo utilizzando semplicemente una qualunque connessione ad Internet e qualsiasi dispositivo. Ti è mai capitato di elaborare un file dal computer di casa e il giorno successivo in ufficio ricordarti di non averlo portato con te? Oppure ti aver lavorato su varie versioni di un documento e non sapere quale sia quella corretta? O ancora dover condurre un lavoro con un collega e lavorare sullo stesso file e impazzire per fare le correzioni senza cancellare quelle del collaboratore? Sicuramente non è una sensazione piacevole dover ricominciare tutto d’accapo! Per questo il Cloud è nato! In caso di smarrimento o rottura del pc o dello smartphone i tuoi dati saranno salvati e accessibili nella nuvola. Prima di capire come scegliere il cloud giusto per la tua organizzazione vediamo le differenze tra i vati tipi di Cloud.

Diversi tipi di Cloud, come scegliere il cloud giusto per la propria organizzazione

Cloud Storage e Cloud computing

Le diverse tipologie di cloud rispondono a 2 famiglie principali:

  • cloud storage: mero deposito di file. Un esempio è Dropbox, servizio che permette di posizionare online dati di qualsiasi natura ma che si limita a fare da storage.
  • cloud computing: oltre a dare la possibilità di immagazzinare dati online, permette anche di lavorare i file depositati. I più famosi cloud computing sono quelli di Google Drive e di Microsoft OneDrive che permettono l’uso (anche condiviso) dei file che contengono, consentendo una forma di ciò che viene comunemente chiamata “online collaboration”.

Ma il cloud permette ben altro, consente infatti di utilizzare applicazioni fisicamente installate, su server che né appartengono all’azienda che ne fa uso né sono posti al suo interno.
Il cloud computing è infatti la distribuzione di servizi di calcolo, come server, risorse di archiviazione, database, rete, software, analisi, business intelligence e altri ancora, tramite Internet (“il cloud”), per offrire innovazione rapida, risorse flessibili ed economie di scala.

 

Differenze tra cloud pubblico, privato e ibrido

Il discorso comincia così a diventare più complesso e rende necessario un chiarimento ulteriore tra le differenze tra cloud pubblico, privato e ibrido. I cloud pubblici rappresentano la modalità più comune per la distribuzione del cloud computing. Le risorse cloud, ad esempio i server e le risorse di archiviazione, appartengono a e sono gestite da un provider di servizi cloud di terze parti e vengono distribuite tramite Internet. 

Microsoft Azure è un esempio di cloud pubblico. In un cloud pubblico condividi lo stesso hardware, le stesse risorse di archiviazione e gli stessi dispositivi di rete con altre organizzazioni o “tenant” cloud.

Un cloud privato è costituito da risorse di calcolo usate esclusivamente da un’azienda o un’organizzazione. Il cloud privato può essere situato fisicamente nel data center locale dell’organizzazione oppure può essere ospitato da un provider di servizi di terze parti. I cloud privati vengono usati spesso da agenzie governative, istituti finanziari e altre organizzazioni di medie e grandi dimensioni con operazioni cruciali che richiedono un controllo avanzato sul proprio ambiente.

I cloud ibridi combinano l’infrastruttura locale, o cloud privati, con i cloud pubblici, in modo da consentire alle organizzazioni di sfruttare i vantaggi di entrambi. Puoi ad esempio usare il cloud pubblico per scenari che richiedono volumi elevati e con esigenze minori a livello di sicurezza, come la posta elettronica basata sul Web, e il cloud privato o un’altra infrastruttura locale per operazioni riservate e cruciali per l’azienda, come la creazione di relazioni finanziarie.

Per maggiori informazioni sul sito di Microsoft

 

Vantaggi dei cloud pubblici:

  • Costi ridotti: non devi acquistare hardware o software e paghi solo per i servizi usati.
  • Nessuna manutenzione: il provider di servizi fornisce la manutenzione.
  • Scalabilità quasi illimitata: sono disponibili risorse on demand per soddisfare le tue esigenze aziendali.
  • Affidabilità elevata: una vasta rete di server offre protezione in caso di errori.

Vantaggi dei cloud privati:

  • Maggiore flessibilità: la tua organizzazione può personalizzare il proprio ambiente cloud per soddisfare esigenze aziendali specifiche.
  • Sicurezza ottimizzata: le risorse non sono condivise con altri utenti, quindi sono possibili livelli superiori di controllo e di sicurezza.
  • Scalabilità elevata: i cloud privati offrono comunque la scalabilità e l’efficienza di un cloud pubblico.

Vantaggi dei cloud ibridi:

  • Controllo: la tua organizzazione può mantenere un’infrastruttura privata per gli asset riservati.
  • Flessibilità: puoi sfruttare le risorse aggiuntive nel cloud pubblico quando necessario.
  • Convenienza: grazie alla scalabilità nel cloud pubblico, puoi pagare per potenza di calcolo aggiuntiva solo quando necessario.
  • Semplicità: puoi rendere meno complesso il passaggio al cloud eseguendo una migrazione graduale di alcuni carichi di lavoro alla volta.

C’è cloud e cloud, come scegliere quello giusto (per aziende)

Il termine Cloud, spesso visivamente rappresentato dalla nuvola, suggerisce alla mente di ognuno flessibilità e semplicità nel salvare dati utili e averli sempre disponibili solo grazie ad una connessione. Nell’uso privato, i diversi cloud, ci vengono in aiuto come sistemi di back-up, ampliando la capacità dei dispositivi in uso.

Utilizzando questi servizi, però, siamo nel contempo più o meno consapevoli del fatto che stiamo di fatto accettando un compromesso: stiamo esponendo i nostri dati in cambio di maggiore flessibilità!
Detto ciò, come comportiamo allora in azienda? Ecco perché insistiamo col dire che c’è cloud e cloud. Così come esistono “buone pratiche” e modus operandi che è necessario assumere ad ogni livello di un’organizzazione affinché sia garantita la sicurezza informatica di un’azienda.

Esporre i propri dati è sempre un rischio che può portare a danni importanti e talvolta irreversibili. Se a farlo è un’organizzazione i danni che né possono derivare si traducono in perdite di reputazione ed affidabilità, con connesse perdite di valore oltre che di produttività del lavoro stesso. Questo perché ogni azienda vive di relazioni a più livelli, dunque i dati interessati sono quelli dei propri fornitori, clienti, dipendenti, collaboratori.. Come gestire queste problematiche?

Vi proponiamo cinque temi/quesiti in “pillole” che consentono di fare un’autoanalisi del livello di sicurezza dei propri asset aziendali. Il primo quesito riguarda proprio l’uso nella propria azienda di “Cloud non autorizzati”….

Anche le organizzazioni di media dimensione dovrebbero rivolgersi a dei professionisti per settare e proteggere i dati aziendali per non incorrere in spiacevoli inconvenienti ed attacchi hacker

Legge sullo Smart Working in Italia

Finalmente la legge sullo Smart Working in Italia


Legge sullo Smart Working in Italia

Le esigenze personali e professionali negli ultimi anni sono profondamente cambiate. La legge sullo Smart Working in Italia introduce tale norma così.” Occorre quindi non già fissare questi cambiamenti immaginando di codificarli in nuove norme, destinate ad essere sempre incapaci di comprendere una realtà dalle molte sfaccettature e in rapido divenire. Inoltre individuare strumenti duttili, utili ad accompagnare l’impiego delle tecnologie, in modo che esprimano tutti i vantaggi potenziali per i lavoratori e per le imprese. Si avvera, in questo modo, il superamento della rigida distinzione.”

La legge “promuove il lavoro agile quale modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti”. Lo stipendio e il trattamento normativo del lavoratore agile fanno riferimento al contratto collettivo. Saranno gestite inoltre in maniera del tutto simile agli altri contratti.

Finalmente il lavoro autonomo e il lavoro agile godono di norme che lo promuovono e lo sostengono con la Legge sullo Smart Working in Italia!

Maggiori informazioni su Decreto Legge

Gestire al meglio lo Smart Working per aumentare la produttività nella tua organizzazione

Lo smart Working, il lavoro 4.0, oggi è una realtà che pratichiamo in maniera del tutto naturale. Anche noi di Infoservice ci affacciamo a questo nuovo modo di lavorare e collaborare. Sulla scia delle grandi aziende come Ferrovie dello Stato, Microsoft, Fastweb Già adesso sono più di 250mila, nel solo lavoro subordinato, i lavoratori che godono di discrezionalità nella definizione delle modalità di lavoro in termini di luogo, orario e strumenti utilizzati, e rappresentano circa il 7% del totale di impiegati, quadri e dirigenti.

La situazione è ormai chiara: “Dati alla mano, lo Smart Working aumenta la produttività dei dipendenti dal 15 al 20%, riduce drasticamente l’assenteismo e migliora il clima aziendale” (Gregorio Fogliani, presidente di Qui! Group).

Evidente che non possiamo pensare di tirarci indietro e come aziende dobbiamo apprendere le tecnologie a sostegno di questa realtà in rapido divenire, accompagnare l’impiego delle risorse. Lo smart working è un nuovo modo per organizzare il lavoro ed ogni organizzazione può studiare delle diverse modalità di attuazione. Flessibilità orari, libertà di lavorare da casa o da altri luoghi e soprattutto uso intelligente della tecnologia…

Nel farlo noi, lo proponiamo alle altre aziende nell’ottica di fare rete fra imprese fornendo sempre il meglio ai nostri partner e clienti! Per aumentare la produttività e la flessibilità della tua organizzazione, oggi ti offriamo uno strumento altrettanto flessibile nella sua acquisizione: Office365!

Non vediamo l’ora di condividere con voi una delle più importanti e attuali opportunità per aumentare e sostenere la produttività aziendale. Non aspettare ancora, contattaci subito!