Con questo dilemma si è aperto, lo scorso giovedì, il webinar di Microsoft incentrato sulla trasformazione digitale. Una delle tante tematiche toccate durante il webinar è il livello di digitalizzazione delle aziende italiane.
Il 2020 rimarrà nella storia come uno degli anni più difficili: sia a livello sanitario che economico. Non dobbiamo però pensare solo in negativo, in quanto questo anno particolare ha portato con sé qualche elemento di innovazione. Secondo una ricerca del Cerved, le piccole e medie imprese italiane hanno avuto una maggiore resilienza rispetto al 2007 rispondendo in maniera proattiva alla crisi.
La domanda “come è stato possibile tutto ciò?” sorge spontanea e la risposta è molto semplice “grazie alle nuove tecnologie!”. Molte aziende italiane hanno compreso che la trasformazione digitale possa essere un importante possibilità per migliorare il proprio business e offrire servizi innovativi ai propri clienti.
All’inizio del 2020 secondo Microsoft solo 2,8% degli investimenti aziendali era destinato all’innovazione e solo il 9% delle aziende aveva un sito di e-commerce. Questa situazione ha portato le aziende italiane ad essere molto meno competitive rispetto al resto degli altri Paesi.
Trovandosi in una situazione di crisi in pochi mesi l’Italia è riuscita a fare dei passi avanti ed è iniziata la corsa all’innovazione. Secondo le stime di Microsoft nel nostro Paese si è raggiunto un livello di innovazione digitale che era previsto tra due anni. L’uso di Azure è aumentato del 47%, mentre l’acquisto di Surface ha raggiunto il 104%. Inoltre, si è compreso che è possibile collaborare e comunicare in modo efficace anche a distanza, grazie all’uso di strumenti come Teams.
Ma siamo certi che la stiamo facendo nel modo giusto?
Secondo la ricerca di Microsoft solo il 18% delle aziende che ha adottato strumenti innovativi ne ha realmente sfruttato i vantaggi, rispetto al 49% che li sta utilizzando solo in maniera basilare.
Non tutti sanno che l’innovazione non deve riguardare semplicemente il come si fanno le cose, ma deve portare ad aggiungere valore al business e caricarlo di nuovo significato. Tutto ciò richiede principalmente un investimento di tempo e di competenze. È come pensare di guidare una macchina perfetta senza avere la patente. Gli strumenti hanno sempre bisogno di qualcuno in grado di saperli utilizzare.
Le aziende italiane negli anni hanno potuto superare la barriera dei costi grazie al cloud computing, che ha democratizzato l’innovazione. Ora bisogna superare la barriera della conoscenza che ancora frena la trasformazione digitale di molte aziende. Per essere competitivi nel mercato è necessario avere collaboratori formati e con le giuste competenze.
Solo in questo modo si potranno raggiungere gli obietti della trasformazione digitale come:
Bisogna pensare al futuro come se fosse il presente e cercare di esserne i protagonisti.
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